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Recensione del romanzo di Gianrico Carofiglio: Il passato è una terra straniera.


Recensione del romanzo di Gianrico Carofiglio: Il passato è una terra straniera.

Gianrico Carofiglio è sicuramente uno dei più famosi autori degli ultimi anni in Italia. Ha esordito all’inizio degli anni Duemila con una serie di romanzi polizieschi, creando la splendida figura di un protagonista, il simpatico avvocato Guido Guerrieri, che grazie al suo specifico senso umoristico e alla strana inclinazione per complicarsi la vita, subito ha conquistato il cuore dei lettori.


I libri di Carofiglio devono il successo editoriale, oltre alle indiscutabili capacità letterarie dell’autore, pure alla sua esperienza professionale, acquisita nel periodo quando aveva svolto le funzioni del pubblico ministero presso la procura di Foggia e di Bari. La sua produzione letteraria, avvicina al lettore le tematiche giudiziarie e i segreti della crminalità organizzata, rivelando spesso anche le tecniche investigative delle forze dell’ordine. Questi sono gli elementi che rendono le storie presentate dall’autore molto realistiche e avvincenti.


Dopo i primi successi editoriali, Carofiglio avrebbe potuto continuare a creare altre storie simili, ma ha deciso di staccarsi dalla fama del proprio protagonista e scrivere un romanzo noir. Così è nato il libro Il passato è una terra lontana edito da Rizzoli nel 2004, che va oltre la tematica giudiziaria, raccontando la storia della ricerca della propria strada nella vita, degli errori di gioventù, della falsa amicizia, e della manipolazione.


La storia la cui persona principale è Giorgio, uno studente dell’ultimo anno di giurisprudenza che sta per laurearsi, si svolge negli anni Ottanta del secolo scorso a Bari. Giorgio per rilassarsi e per intrattenersi gioca di tanto in tanto a poker, vale a dire gioca a soldi. Non scommette, però, grosse somme, perchè non ce le ha, tuttavia bisogna constatare che è abbastanza bravo e riesce a vincere i soldi che, almeno per un giovane, sembrano essere una grande cifra.


Il ragazzo è un bravo studente, buon figlio che non crea i problemi ai suoi, fino al momento in cui conosce Francesco, più o meno suo coetaneo, anche lui appassionato di poker che, però, del gioco a carte, o meglio, senza giri di parole, di barare i suoi avvversari, ne ha fatto un lucrativo modo di guadagno. Da allora i due diventano complici e a mano a mano, sprofondano in un baratro di male, commettendo reati sempre più gravi.


Carofiglio ha scritto un vero e proprio capolavoro che bisogna apprezzare. Egli nel suo libro dimostra una grande sensibiltà e conoscenza della psiche umana. Lo scrittore, disegnando i sottili fili delle emozioni che instaurano un certo rapporto tra due individui, fa una profonda analisi della manipolazione e diventa un testimone dello sviluppo della loro relazione che dallo stato di parità, cambia in un rapporto di sottomissione e dominazione.


È avvincente (sempre a livello psicologico) osservare quanto un passo dopo l’altro, Giorgio rafforza l’amicizia con Francesco, il suo falso amico, un vero e proprio antagonista, che per raggiungere i suoi obiettivi lo spinge deliberatamente verso il male. Con lo sviluppo dell’azione, il protagonista si avvicina lentamente al momento quando opporsi al male e dire di no al suo “amico” diventa sempre più difficile.


In queste circostanze, varcare la soglia tra una bravata e un crimine, cioè tra il legale e quello che viene considerato illecito, sembra solo questione di tempo. Una volta commesso un reato, però, in Giorgio cresce il senso di colpa, nonché la resistenza contro il comportamento di Francesco, una resistenza che prima o poi, li porterà all’inevitabile confronto.


Carofiglio, grazie alle sue capacità di osservazione e alla propria sensibilità emotiva, nel suo romanzo è riuscito a presentare un fenomeno che nella vita reale accade alquanto spesso, ma il cui meccanismo, spesso sfugge all’attenzione delle vittime che essendo emotivamente coinvolte, non riescono a distaccarsi dalla situazione nella quale si sono immerse.


L’altro elemento che attira l’attenzione del lettore è lo stile scorrevole e veloce della narrazione. Fin dalle prime pagine l’autore gioca con il pubblico, stimolando il suo interesse e la sua curiosità. Lo coinvolge nel mondo dell’azzardo, dove si sfrutta spietatamente la dipendenza degli avversari dal gioco e nel quale conta solo una regola, chi perde deve pagare la scommessa, sebbene non abbia i soldi.


La trama è avvolta da una patina di ansietà e di male, che pagina dopo pagina crescono gradualmente, forzando il lettore alla lettura per soddisfare il suo desiderio di sapere. Questa tensione aumenta fino al culmine nel finale, ma perfino nell’epilogo, l’autore riserva ai lettori un colpo di scena.


Il passato è una terra lontana è un libro che in ogni lettore suscita una certa nostalgia verso il passato, poiché parla di gioventù. Qualsiasi sia stata la nostra giovinezza, bella e spensierosa o difficile, per noi rimane sempre speciale. I ricordi di essa resteranno per sempre nella nostra mente, quanto la trama del romanzo di Carofiglio.


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