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La recensione del libro “Identità ritrovate” di Guido Parisi


Recenzja powieści Guido Parisi pt' ''Identità ritrovate''.

L’anno scorso, durante l’incotro con lo scrittore Guido Parisi ho ricevuto il suo penultimo libro intitolato “Identità ritrovate”. In precedenza, ho già avuto il piacere di leggere uno dei suoi romanzi la cui trama è sempre viva nella mia memoria. Conoscendo la modalità della sua scrittura, tutt’altra che banale, schemtica o ripetibile, ero impaziente di iniziare la lettura del libro il cui titolo mi ha intrigato fin dall’inizio.

Il tema pricipale del romanzo, o meglio di tre racconti che lo costituiscono, è ciò che da sempre affascina gli esseri umani, indipendemente dalla cultura e dai tempi in quali vivono.


Intendo una domanda che prima o poi fa ognuno di noi, cioè, se la nosta esistenza finisce con il nostro ultimo respiro o in qualche modo, dura ancora, cambiando solo la forma, o il corpo nel quale l’anima è racchiusa? Dal punto di vista della nostra esistenza, la questione è tanto intrigante, quanto fondamentale e darne una risposta può cambiare definitivamente la vita di chi riecse a farlo.


Il libro racconta le tre storie, le cui trame sono ambientate in tre diversi paesi: in Italia, in Canada e in Inghlitterra. I protagonisti, ovvero: Matteo, Julie e Helen, conducono le vite tranquille fino al momento, quando inaspettatamente succedono a loro dei strani e inspiegabili avvenimenti. I protagonisti essendo preoccupati dai fenomeni misteriosi (ogni tanto anche spaventati), la cui natura rimane al di là di loro capacità di comprensione, cominciano a verificare certi fatti per capire il senso di ciò sta accadendo.

I tre personaggi apparentemente comuni, di diversa età, che vivono in diverse parti del mondo, hanno in comune più di quanto si possa immaginare.


Matteo è un manager milanese di mezza età, a cui l’odore aspro del bruciato, soprattutto ustioni alla pelle, provoca gli attacchi di panico durante i quali perde i sensi e ha le visioni dei luoghi sconosciuti ed esotici. Julie è una studentessa canadese, che interpretando il ruolo di Giulietta nel famoso spettacolo di Shaekspire, preparato dal gruppo degli studenti, viene tormentata dalla presenza di una donna italiana del Medioevo che molti secoli prima è vissuta a Mantova, la città dove si svolge l’ultimo atto della storia dei due ammanti sfortunati.


Alla fine c’è Helen, una ragazza inglese, anche lei studentessa che frequenta l’università di Caerleon in Galles. Nelle vicinanze della città dove studia ci sono conservati numerosi resti dell’epoca romana. Talvolta succede che la giovane ragazza a stretto contatto con i reperti prova le strani percezioni che le fanno provare l’altra realtà, ambientata nel mondo antico.


Tutti e tre provano le sensazioni e delle strtrane esperienze dalle loro vite passate. Questo fenomeno viene chiamato reincarnazione ed è un elemento caratteristico per le religioni orientali. Si può crederci o no. È la questione di fede e come tale, non richiede qualsiasi prova. Ma chi scoprendo questa eventualità la prende in considerazione e ci cerde, essa letteralmente può mettere sottosopra le sue convinzioni personali.


È proprio ciò, che accade ai protagonisti. Per scoprire la verità e per comprendere chi sono, o piuttosto chi erano nelle vite passate, ognugno di loro va all’inocntro del proprio destino, recandosi ai luoghi che hanno visti durante le visioni.


Il topos di viaggio ha un valore simbolico, è la metafora dello sforzo, di paura dell’ignoto e dei propri limiti, ma occorre ricordare che alla fine di ogni viaggio c’è sempre un premio che gratifica le difficoltà subite. Scoprire le proprie radici (la propria identità) porta spesso allo sviluppo spirituale che in conseguenza significa avvicinarsi alla fonte di verità, alla sapienza assoluta o come la vogliamo chiamare. I protagonisti affrontano questa sfida e ricevono il loro premio meritato.


Di solito le prime due o tre pagine bastano ad un attento lettore per valutare le abilità di uno scrittore. Nel caso di Guido Parisi si sente la facilità con quale l’autore conduce la sua narrazione. Lo fa in modo naturale, elegante ed è evidente che scrivere gli fa un grande piacere. L’autore scrupolosamente costruisce l’intreccio, rendendo la storia sempre più avvincente per il lettore. È evidente che le preparazioni per la scrittura lo abbiano costato tanta fatica.

Il racconto dedicato al Matteo viene arricchito da Parisi dalle dettagliate informazioni sulla cultura, costumi e credenze degli abitanti di India. Egli non a caso da importanza a questi elemetni, perché essi rendono la storia molto più plausibile e realistica. Dal modo in quale lo scrittore riporta diversi fatti, si può dedurre che le questioni riguardanti la storia e la religione indiana sono il campo del suo approfondito interesse, il frutto dei suoi scrupolosi studi al riguardo.


La storia di Julie invece, si basa sui fatti storici. Il punto di partenza per raccontare la storia è la tragica vita di Agnese Visconti Gonzaga una nobile milanese che dopo aver sposato Francesco Gonzaga diventò la Signora di Mantova. All’età di soli 23 anni, la povera donna, in seguito al complotto ideato da suo marito, che per i motivi politici voleva creare un’alleanza contro i Visconti, fu accusata di adulterio e condannata a morte. L’esecuzione fu effettuata nel cortile del Palazzo Ducale di Mantova nel febbraio di 1391.

L’autore ha deliberatamente intrecciato questo sfondo storico nel suo racconto per rendere la storia di Julie più verosilmile. Occorre concludere che ha raggiunto l’effetto desiderato.

Il libro di Guido Parisi è l’esempio della litteratura sapiente e ambiziosa che provoca il lettore alle diverse riflessioni. È uno di quei libri che rimangono a lungo nei pensieri di chi l’ha letto.


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